Opere concettuali

Altalena dei ricordi

118 x 39 cm, tempera su legno.
Un nuovo ente prende forma appeso a una superficie verticale. Si tratta di un oggetto apparentemente comune, che spesso ignoriamo: una sedia, compagna silenziosa dei nostri anni di infanzia e adolescenza. Ma cosa sarebbero dei rami e un tronco distesi a terra, ancora un albero? E dei mattoni in un cantiere, rappresentano già una casa?


La mancanza dell'elemento strutturale fondamentale, ovvero la solida base in metallo, svela la poetica nascosta dietro a gesti vandalici: la persistenza della memoria. Ora che la nostra attenzione è rivolta alle scritte invece che alla forma, possiamo analizzare il loro significato misterioso o il loro orgoglioso movente, emozioni che richiamano all'osservatore le antiche incisioni rupestri. Queste scritte rappresentano una testimonianza attiva di un atto spregevole o di un sentimento temporaneo, oppure possono essere frutto di un passatempo, di un gioco o di uno scherzo, o addirittura esprimere un'ideologia. In ogni caso, queste tracce rimangono permanentemente incise nel legno e vengono ora portate alla luce dalla gentile e attenta tempera, che ascolta i ricordi lontani e li rivela persino a coloro che non possono vedere.

Concetto di evasione

103 x 68 cm,  acrilico su metallo e  tela

L'orgoglio e la predominanza della tela, da secoli servitrice dell'arte sublime, iniziano a rappresentare un confine per l'espressione concettuale. Viviamo in una società che ostentatamente cerca di apparire sempre più aperta e liberale, ma la realtà dei fatti dimostra come i canoni non stiano crollando, bensì si stiano ridefinendo, diventando le nuove norme di normalità.

La tela diviene quindi uno scenario flaccido che si contrae su se stesso, dando forma a nuove idee ma imprigionandole all'interno della sua totalità, senza potersi staccare da essa. Pertanto, intervengo separando, mediante tagli, lo spazio di comfort a cui siamo abituati a vivere, attribuendo valore alla sua suddivisione. L'arte trae linfa dalle catene, liberandosi da ogni dogma o concezione, ribellandosi a ogni regola e discostandosi da ogni forma predefinita. La vernice, simile a una ninfa nel mare, canta serenamente la sua vittoria, mentre noi, insensati, continuiamo a contemplarne il colore.

Equilibrio della società

In una società in cui l'omologazione prevale e le apparenze sono fondamentali, l'opera d'arte si concentra sulla sottile distinzione tra individui sconosciuti: l'indumento che ognuno porta addosso, inteso letteralmente come quel preciso capo di abbigliamento che esiste solo su quella persona, in quel preciso momento, proprio lì dove la vediamo.

Poiché non conosciamo la persona, la natura umana ci spinge a formulare un giudizio estetico basato su una sensazione fugace e istantanea delle sue apparenze. Nell'opera d'arte, le apparenze vengono sostituite dall'austero abbigliamento, da un vestito semplice e spoglio che, a sua volta, viene astratto e definito dalla sua etichetta, che ne descrive con precisione la sua essenza.

Ogni etichetta si riferisce a un singolo indumento, e ogni indumento appartiene a un individuo particolare, distinguendolo per un istante nei nostri pensieri.

L'equilibrio sufficiente e necessario della struttura prismatica suggerisce le fondamenta di una rete intricata di pensieri che sostiene queste impressioni visive, che si intrecciano tra i fili dei ricordi e rendono possibili i giudizi che ciascuno formula a prima vista.

Forma di un ricordo familiare

Un utensile presente in ogni casa, comune quanto indispensabile, ci permette di condividere un buon pasto in famiglia, riuniti attorno alla stessa tavola, lontani dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Ogni graffio su di esso custodisce il ricordo delle mani dei nostri cari, che ci riporta a giornate trascorse insieme, discussioni e litigi inclusi.


La sua funzione primaria, quella di strumento per il cibo, viene improvvisamente sovrastata da un nuovo scopo: rivestire la sua superficie con una vernice che protegge quei segni indelebili del passato, enfatizzando le memorie che essi rappresentano. L'oggetto, privato dell'uso pratico in cucina, assume una forma astratta che ha il privilegio di evocare istanti familiari insieme a noi. Il ricordo si materializza in una forma tangibile, permettendo finalmente al pensiero di emergere e di prendere vita.

L'orgoglio degli scarti

Le giornate scorrono inosservate, il sole si abbassa all'orizzonte e la luna compare nel cielo, mentre noi riposiamo le nostre stanche membra nei letti come se niente fosse. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere sulle azioni che compiamo, ci rendiamo conto di quanti scarti lasciamo dietro di noi, testimonianze tangibili del nostro passaggio abbandonate a degradarsi per strada o smaltite come rifiuti radioattivi. Ma il velo della realtà che copre i nostri occhi rispetto al valore immenso di ciò che scartiamo diventa sempre più spesso, con ogni luna che sorge, impedendoci di coglierne il significato.


Ho scelto di restituire dignità a questi rifiuti, dedicando loro il mio tempo e permettendo loro di mostrare il loro percorso. Le macchie indelebili, risultato di azioni necessarie, si diffondono su quel sottile velo che le nasconde, trasformando frivole memorie in trame intricate che modellano il tessuto del nostro tempo e ci invitano a immaginare le loro storie lontane e misteriose.

Tavola imbandita

Chi si alza la mattina

ed osserva i modi acuti

di gente tutta in fila

per ricevere gli ossequi

da numeri di vetro, plastica ed acciaio,

che bacian sulla fronte

col rossetto dell’inganno

chi non distingue più

tra la nebbia

ed il fumo di un codardo?

Chiese il pazzo, sospirando,

mentre il mondo lo ignorava,

su una fune, tra due monti,

con in mano la speranza

che volava, tra gli sguardi,

d’un paesino giù per strada.

Profumo di vite

Bendo i miei occhi

con vecchi stracci,

che hanno odori di vite.

Vite passate, e vite future.

Giorni piovosi,

e dolci tramonti.

Fulmini lontani

ad illuminare la strada notturna.

E Lune, Lune infinite,

sempre pronte ad ascoltare lamenti

senza mai dare risposta.

Ed in ogni singolo filo di straccio

percepisco

con il mio sguardo attento

la paura

la tristezza e

la solitudine dei cuori spezzati.

E dolcemente mi perdo

in quelle storie mondane,

come un passero in un bosco

in una strana

notte di grandine.